Macerata e la banalità del male
Posted by pedjolo su 5 febbraio 2018
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2 giorni fa
GIusto. Aggiungo che, personalmente, non riesco a tollerare questa ipocrisia – schieramenti di favorevoli e di contrari – che, “quando ci scappa il morto” (in senso nemmeno troppo metaforico), divampa e serpeggia ovunque. Semmai ci fosse il bisogno di ricordarlo agli smemorati, questi assembramenti rigurgitanti ideali anacronistici (e, totalmente di facciata: vorrei chiedere a questi intellettuali che millantano di teorizzare “il fascismo del terzo millennio” e un razzismo legalizzato, di che marca abbiano il cellulare e dove vengano prodotte le scarpe che ospitano i loro ariani piedi), esistono e si ritrovano anche il giorno precedente a questi atti di terrore (si legga TERRORISMO, nel VERO significato del termine). Dove sta il potere di uno stato che dovrebbe tutelare le diversità e favorire l’integrazione, oltre a dover ripudiare guerra e fascismo? Il commento qui sopra, è il più ovvio, naturalmente, e il più condivisibile. Ma siamo lontani, perché bisogna percorrere a ritroso il processo che ha portato uno sciagurato, frustrato, di 28 anni a perdere la testa. Le politiche sociali devono essere in grado di intercettare questi menomati mentali, pericolosi per loro stessi e per gli altri che gli stanno intorno. Siano essi blu, verdi, neri, rossi o rosa. Solidarietà a chi è stato ferito e a chi ha avuto paura. Resto in attesa che qualche sostenitore del folle gesto mi risponda su provenienza dei propri telefono e scarpe. Francois Pesce, pe-sce@tiscali.it.
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un giorno fa
Finalmente un commento come si deve!! Grazie.
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2 giorni fa
Commento superbo! Una testa pensante. Complimenti.
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